Agatha Raisin e i giorni del diluvio by M. C. Beaton

Agatha Raisin e i giorni del diluvio by M. C. Beaton

autore:M. C. Beaton [Beaton, M. C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Marion Chesney, Fato, Beaton, Hamish Macbeth, Amore, Agatha Raisin
ISBN: 9788898713134
editore: Astoria
pubblicato: 2015-06-23T22:00:00+00:00


7

Agatha al risveglio trovò una lettera che qualcuno aveva infilato sotto la porta. L’aprì mentre Boswell ficcava gli artigli nell’orlo della sua veste da camera, e tirava forte. Agatha portò la lettera in cucina, trascinandosi dietro il gatto.

Si sedette e, dopo aver liberato la vestaglia dalle unghie di Boswell, aprì la busta, notando in quel mentre che era sprovvista di francobollo.

“Cara Agatha,” lesse, “sono molto dispiaciuto per ieri sera. Ho capito che lei ce l’aveva con me per non essere stata inclusa nell’invito a cena. Avevo pensato che Joanna magari avrebbe parlato di più, se fossimo stati soli io e lei. Come si è visto poi, invece, non aveva nulla di nuovo da aggiungere. Un caro saluto, John.”

Agatha sentì di essersi comportata da zotica. Sì, poteva essere una buona idea chiamare per prima cosa Roy Silver e chiedergli se aveva del lavoro. Ma certo non si sarebbe scaraventata a suonare alla porta del vicino. Avrebbe fatto le cose con calma, e letto i giornali.

Sulla copia di “Voci dal mondo” appena arrivata trovò l’articolo di un personaggio famoso che aveva smesso di fumare grazie all’ipnosi. “Ha funzionato,” lesse Agatha. “La prima cosa che ho notato è che avevo più energie. Poi gli amici hanno cominciato a fare commenti sulla bellezza della mia pelle. Sono così felice di aver smesso. Ci tengo al mio aspetto. Una donna di mezza età che fuma la distingui subito. Ha quelle orribili rughe sul labbro superiore. E io non volevo fare quella fine.”

La mano di Agatha vagò nervosamente fino al labbro superiore. Ricordò di avere il numero di telefono di un ipnotista di Gloucester. Aveva sempre avuto l’intenzione di andarci, però continuava a rimandare. Chiamò l’ipnotista, che le disse che avrebbe potuto visitarla se fosse riuscita ad arrivare in studio nel giro di un’ora e mezza, perché qualcuno aveva appena disdetto un appuntamento. Agatha disse che sì, ce l’avrebbe fatta e poi corse a prepararsi. La giornata era serena ma nebbiosa. Agatha guidò a velocità costante in un mondo grigio. Dagli alberi lungo la strada colavano stille d’acqua.

Riuscì a trovare parcheggio nei pressi dello studio dell’ipnotista. Era in anticipo di cinque minuti, quindi festeggiò con quella che giurò sarebbe stata l’ultima sigaretta della sua vita.

Mezz’ora dopo era tutto finito. L’ipnotista le aveva detto che di lì in avanti le sigarette avrebbero avuto un sapore orribile, di gomma bruciata.

Agatha tornò a casa con la sensazione di aver fatto qualcosa di concreto per la propria salute e il proprio benessere.

Nel parcheggiare davanti al cottage vide sui gradini di casa una figura familiare. Freda Stokes. E adesso? pensò, scendendo dalla macchina. Un’altra lite? Si appiccicò in faccia un sorriso di benvenuto.

Freda l’accolse al grido di “Oh, Agatha. Sono così dispiaciuta”.

“Venga dentro,” disse lei, aprendo la porta. “Mi segua in cucina. Si accomodi. Preparo il caffè.”

Infilò la spina del percolatore e si sedette al tavolo di fronte a Freda.

“Non volevo credere a quel che mi aveva detto. Non riuscivo a crederci,” disse Freda. “La polizia è venuta da me. Il signor Barrington ha ammesso di aver pagato Kylie – la mia Kylie! – perché stesse zitta.



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